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  • Chiesa di San Francesco

    La costruzione si affaccia, a nord, sull’omonima piazza, mentre a sud si erge a picco sul fiume Natisone.

    Nel 1285 i frati francescani si trasferirono da Borgo di Ponte (ove dimoravano sin dal 1246 in una struttura poi ceduta alle suore clarisse ed ora adibita a Convitto Nazionale) in questo luogo a ridosso del fiume, dove iniziano ad erigere chiesa e convento nel 1296 in seguito all’autorizzazione concessa dal patriarca Raimondo della Torre.

    Lavori di ripristino vengono eseguiti nel 1495 (ad essi si deve l’attuale facciata, secondo lo Sturolo) e nel 1511, a seguito dei danni causati dal terremoto alla torre ed a parte della chiesa. Annessa al convento era la scuola dei novizi, situata nell’attuale residenza del canonico, che affiancava la chiesa.

    Altri lavori di restauro vengono eseguiti nel settecento: viene ancora ampliato il complesso verso ovest. I frati risiederanno a lungo in questo luogo,sino al 1769, anno in cui il convento viene sospeso e subito acquistato dal Capitolo (Sturolo) che ne trasforma la funzione, adibendolo in parte a residenza.

    Nel 1810 la chiesa viene occupata dai militari; riconsacrata nel 1822, viene utilizzata nel 1826 come magazzino; subisce ancora ingenti danni e nel 1946 iniziano i primi lavori di restauro, eseguiti a cura della soprintendenza.
    Oggi tali opere risultano ultimate per il suo corpo della chiesa che possiede pianta a croce latina, con transetto appena accennato.

    La copertura a doppia falda incrociata, su struttura in legno. La facciata verso la piazza è lisca, in pietra faccia a vista, semplicemente definita dal portale d’ingresso (ad arco a tutto sesto) e da un grande oculo sistemato in posizione centrale.
    Sopra il portale: la sagoma di un precedente arco a sesto acuto, con stemma e simboli sacri sulla chiave di volta.

    Il rosone centrale possiede un frammento di vetrata trecentesca. All’interno la chiesa si organizza in un’unica navata centrale, con tre cappelle absidali.
    Il soffitto, con capriate a vista, è stato più volte rifatto nei secoli. Molto importanti risultano i lacerti di affreschi, dovuti a presenze toscane e venete, realizzati tra il 1300 ed il 1500.
    Il campanile a pianta quadrata presenta quattro bifore nella cella ma panaria. La sacrestia, inglobata nella struttura del convento (affaccia verso il chiostro), è decorata con pitture ed affreschi di Giglio Quaglio (1693) e stucchi del Rietti.
    La struttura del complesso conventuale prosegue verso ovest con la sala del refettorio, al piano terra, e con il dormitorio, situato al primo piano.

    L’ampio chiostro, che con il suo spazio definiva il fianco ovest della chiesa ed il prospetto sud del convento, è stato demolito in epoca napoleonica.
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  • Chiesa di San Pietro e San Biagio

    La chiesa dei santi Pietro e Biagio è un edificio religioso di Cividale del Friuli, situato nella piazzetta di san Biagio.

    La chiesa è un edificio di dimensioni contenute, nelle sue forme attuali risale al XV secolo, ma fu ricostruita su di una precedente chiesa del XIII secolo e su due sacelli danneggiati da alluvioni.

    La facciata fu affrescata tra il 1506 ed il 1508 e l'autore, rimasto ignoto, apparteneva alla scuola tolmezzina. Il portale d'ingresso, che porta incisa la data del 1492, fu realizzato in stile gotico fiorito ed è opera di Biagio de' Meritis e Antonio de Locria.

    Gli affreschi della facciata sono stati recentemente restaurati. L'interno ha un'unica navata con tetto a capriate; lungo le pareti si possono ancora ammirare resti di affreschi duecenteschi e trecenteschi.

    Nel presbiterio la pala d'altare con San Biagio in trono è opera del pittore cividalese Pietro Miani e risale al 1507, mentre la predella fu dipinta da Secante Secanti agli inizi del XVII secolo con scene del martirio del Santo.
    Nella lunetta vi è una Annunciazione di Marco Vecellio, risalente al 1604.
    A destra, nella cappella laterale dedicata a san Biagio, con affreschi raffiguranti Storie della vita del Santo. Nella stessa cappella affresco con San Biagio in trono e lungo lo zoccolo la rappresentazione dei Mesi.
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  • Tempietto Longobardo (Oratorio di Santa Maria in Valle)

    Il Tempietto Longobardo si trova all’interno del Monastero di Santa Maria in Valle e risale intorno a metà del VIII secolo.
    Si tratta di un edificio religioso, probabilmente una cappella o un oratorio, facente parte del convento di monache benedettine fondato dai longobardi.
    Alla fine dell'Ottocento le monache donano il Tempietto alla Comunità di Cividale e in tale occasione fanno costruire il passaggio pensile, sul greto del Natisone, che porta tutt'ora dalla piazzetta San Biagio all'ingresso dell'edificio, in modo che i visitatori per accedervi non passino attraverso gli ambienti della clausura.

    Edificio unico nel suo genere, prestigioso in virtù dell’eccezionalità delle opere d’arte in esso custodite: al suo interno, un sontuoso schema decorativo, comprendente mosaici e stucchi figurativi ornamentali elaborati, e un programma di affreschi eseguiti in uno stile aulico e sapientemente raffinato, ne fanno una delle più splendide ed ambiziose commissioni giunte sino a noi dall’VIII secolo.

    L’Oratorio di Santa Maria in Valle è il più celebre e meglio conservato monumento della tarda età longobarda.

    Eretto, forse su preesistenze, nella Gastaldaga longobarda, immediatamente dietro l’abside della chiesa di San Giovanni, fu realizzato nel corso del terzo quarto del VIII secolo come cappella palatina della corte reale cividalese e divenne poi oratorio delle monache.

    Particolare e di grande raffinatezza è la sua architettura: l’aula rettangolare, dal pronunciato sviluppo in altezza e coperta da volte a botte, è ritmata da nicchie con arconi; ad oriente si apre su un presbiterio più basso, a terminazione rettilinea, tripartito da volte che poggiano su architravi marmoree romane, rette da colonne e pilastri. Una recinzione marmorea, recuperata da una più antico elemento di età bizantina, divide l’aula dal presbiterio. Sulle pareti dell’oratorio sono conservati resti di apparati decorativi di eccezionale valore.

    Unici in Occidente sono gli stucchi che ornavano la parti alte dell’aula e gli archi delle nicchie, dei quali si conserva, sulla controfacciata, una teoria di Sante e Martiri a grandezza naturale ed un arcone con un tralcio vitineo posto a coronare l’ingresso.

    Di grande qualità ed eleganza sono anche gli affreschi di Santi, della Madonna con bambino e di Cristo tra gli Arcangeli dipinti sulle pareti e nelle lunette dell’aula.

    Lastre di marmo ricoprivano originariamente la parte inferiore dei muri sopra le quali era dipinta, nella parte orientale dell’edificio, entro fasce di stucchi, un’iscrizione dedicatoria in versi che testimonia l’alta qualità della committenza. Il presbiterio era impreziosito anche da raffinati mosaici, con tessere auree, nella parte superiore del muro di fondo e forse su tutte le volte. I pavimenti marmorei, con piastrelle esagonali e triangolari che disegnano motivi geometrici, completano il ricco apparato ornamentale di questo gioiello dell’arte tardolongobarda.

    L’architettura e le decorazioni del Tempietto cividalese riconducono ai più alti esempi della cultura artistica del mondo mediterraneo, con esplicito richiamo alle esperienze della tradizione paleocristiana e bizantina.
    Sono opera di artisti dotati di un linguaggio raffinato che hanno dato espressione alla volontà delle più alte sfere del regno longobardo di creare un nuova arte aulica.
    Nel 1893 l’Oratorio fu donato al Comune di Cividale che lo aprì al pubblico.

    Orari e periodi di apertura:
    INVERNALE (Ottobre - Marzo)
    Dal lunedì al venerdì: 10.00 -13.00 / 14.00 - 17.00
    Sabato, domenica e festivi : 10.00 - 1700
    ESTIVO (Aprile - Settembre)
    Dal lunedì al venerdì: 10.00 - 13.00 / 15.00 - 18.00
    Sabato, domenica e festivi: 10.00 - 18.00

    Giornate di chiusura:
    1 gennaio (mattino), 25 dicembre

    Biglietto d'ingresso:
    Biglietto singolo (Tempietto Longobardo e Monastero di Santa Maria in Valle)
    - intero € 4,00 (persone over 25 e under 65, no gruppi)
    - ridotto € 3,00 (ragazzi - non studenti - di età compresa tra i 18 e i 25 anni; per adulti over 65; per gruppi di minimo 15 pax)
    - ridotto € 1,50 (ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 17 anni, studenti fino a 25 anni, gruppi scolastici), insegnanti gratis
    - gratis per bambini fino a 7 anni, possessori di FVG Card, Guide UE, interpreti UE, handicap UE con accompagnamento, personale MiBAC, membri ICOM

    Biglietto cumulativo 3 Musei:
    Monastero Santa Maria in Valle e Tempietto Longobardo + Museo Cristiano + Museo Archeologico Nazionale
    - Intero € 9,00 (persone over 25 e under 65)
    - ridotto € 6,00 (ragazzi - non studenti - di età compresa tra i 18 e i 25 anni; per adulti over 65; per gruppi di minimo 15 pax)
    - ridotto € 3,00 (ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 17 anni, studenti fino a 25 anni)
    - gratis per bambini fino a 7 anni, possessori di FVG Card, Guide UE, interpreti UE, handicap UE con accompagnamento, personale MiBAC, membri ICOM

    Visite guidate: c' è la possibilità di fare una visita guidata

    Accessibilità: senza barriere architettoniche, accessibile ai disabili.

    Ulteriori informazioni
    Tel: + 39 0432 700867
    E-mail: info@tempiettolongobardo.it
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  • Palazzo Pontotti Brosadola

    Il Palazzo Pontotti Brosadola, costruito verso la metà del XVIII secolo, contiene al suo interno il miglior ciclo di affreschi della Città realizzati dal pittore cividalese Francesco Chiarottini.

    Il palazzo, costruito dai conti Pontotti, giunti a Cividale verso la metà del Settecento, conserva inalterate le forme originarie. I Pontotti commissionarono a Francesco Chiarottini le decorazioni interne, in particolare dello scalone, dei pianerottoli e del salone del piano nobile. Con grande abilità scenografica ed eleganza, Chiarottini dipinse, lungo lo scalone, colonnati che inquadrano vedute prospettiche, e sulla volta dello scalone un’immagine allegorica di derivazione tiepolesca.

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    Tel: +39 0432 710460
    E-mail: informacitta@cividale.net
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  • Chiesa di San Silvestro e San Valentino

    L'esistenza di una costruzione sacra è qui documentata sin dal secolo VII; scavi archeologici eseguiti nei primi anni del Novecento hanno fatto emergere tombe di epoca longobarda.
    La piccola chiesa viene menzionata già alla fine del secolo XIII, distrutta nel 1272 e ricostruita nel secolo XVI lungo le antiche mura perimetrali, viene quasi integralmente rifatta nel Settecento, è ancora rimaneggiata nel secolo scorso e all'inizio di questo è stata sottoposta ad un intervento di restauro. Possiede pianta a navata unica e all'interno un soffitto piano ribassato, interamente affrescato, con motivi ornamentali e figure del 1918.
    Alcuni degli affreschi come: l'Annunciazione nel presbiterio ed il soffitto della sacrestia sono da attribuirsi a Giulio Quaglio.


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  • Chiesa di San Giorgio in Vado

    La chiesa fa parte di un antico complesso monastico, documentato già agli inizi del XIII secolo ed intitolato a San Giorgio, che si situava all'esterno della cerchia muraria della città ducale in località Vado di Rualis.

    La chiesa monastica è la parte del complesso meglio conservata, con palinsesti di affreschi che si collocano tra il XIII e il XVII secolo. I primi affreschi ad essere messi in luce sono stati quelli relativi al Martirio di San Thomas Becket. La rara iconografia, unica in Friuli, è stata attribuita ad un aiuto molto vicino a Vitale da Bologna, databile al 1350 circa. La chiesa è di proprietà privata.

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  • La c.d. Casa di Paolo Diacono

    In piazza Paolo Diacono sul lato est si trova una casa a torre del XV secolo, con affreschi sulla facciata: sono raffigurati vari stemmi, tra i quali quello civico, e, in un quadro architettonico, una Natività. L’aspetto esterno è arricchito da coppie di finestre ad arco acuto sottolineate da cornici con motivi vitinei a bassorilievo e una lapide commemorativa, che ricorda come qui sorgesse la casa dello storico longobardo Paolo Diacono (fatto storicamente non documentato ma la cui tradizione risulta inattaccabile).

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  • Palazzo Levrini Stringher

    Databile agli inizi del XVI secolo, il palazzo Levrini Stringher, interamente affrescato, ha subito rimaneggiamenti nel Settecento e ai primi del XX secolo.

    A seguito di alcune cadute di intonaco, provocate dal terremoto del 1976, sono emersi alcuni affreschi Cinquecenteschi nascosti. Il ciclo pittorico comprende soggetti sacri e scene profane mitologiche, ripartite in fantasiose composizioni contornate da finto marmo.
    Sulla facciata in via Cavour al primo piano si trovano i contorni di due figure e un iscrizione frammentaria che allude al gelo e al solleone. La scena successiva presenta due giovani che indicano un merlo in gabbia (probabilmente una raffigurazione di un proverbio), segue “La Venere e le Tre Grazie”; stesso lato, al piano superiore, sono visibili “Ercole che lotta con Anteo” e, tra le due finestre, “Piramo e Tisbe”.
    Sul lato ovest (corso Mazzini) al primo piano si trova centralmente una Madonna con Bambino, a sinistra quattro Santi. Al secondo piano sono raffigurate tre fatiche di Ercole, ma le scene mostrano delle lacune a causa della ristrutturazione Settecentesca del palazzo.

    La curiosa mescolanza dei temi (sacro, mitologico e profano) così come l’esame stilistico portano ad attribuire gli affreschi al pittore veneto Marco Bello e a datarli indicativamente tra il 1515 e il 1520.

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