Teilen
Ausdrucken
  • facebook
  • twitter
  • google+

bankUNESCO- Welterbe

logo unesco

Kloster von Santa Maria in Valle

room
Adresse
Via Monastero Maggiore, 34 - Cividale del Friuli (UD)
phone
Telefon
phone
Telefon
info
Beschreibung
Schon im Jahr 830 bestehend, wurden dessen Strukturen fortwährend mit bedeutenden Eingriffen zwischen dem 13.- 14. Jhd. und dem 16. Jhd. verändert, bis es zum noch heute vorhandenen, wichtigen monumentalen Kerngebäude wurde.

2001 wurde es von der Gemeinde erworben und in ein Aufwertungsprojekt zur UNESCO-Kandidatur aufgenommen, das die Schaffung eines neuen Kulturzentrums vorsieht, das als Verbindung zwischen dem Tempel (der integrierender Bestandteil des Gebäudekomplexes ist), der Stadt und demselben Kloster fungieren soll.

weitere Informationen
Ticketschalter tel: +39 0432 700867
Infor Reservierung tel: +39 0432 710460
E-mail: info@tempiettolongobardo.it
Web: www.tempiettolongobardo.it
Klicken um den Rest zu zeigen

Langobarden Tempel (Oratorium von Santa Maria in Valle)

room
Adresse
Via Monastero Maggiore, 34 - Cividale del Friuli (UD)
phone
Telefon
phone
Telefon
info
Beschreibung
Der langobardische Tempel befindet sich im Innern des Klosters Santa Maria in Valle und stammt ungefähr aus der Mitte des 8.Jhd.
Es handelt sich um einen Sakralbau, wahrscheinlich um eine Kapelle oder ein Oratorium, das Teil des Benediktinerkonvents war, der von den Langobarden gegrüdet wurde.
Ende des 19. Jhd. übertragen die Mönche den Tempel der Stadt Cividale und bei dieser Gelegenheit lassen sie auch den Hängepfad zum Bett des Natisone errichten, der noch heute von der Piazzetta San Biagio bis zum Eingang des Gebäudes führt, um zu verhindern dass die Beuscher das Klostergelände betreten.
Es ist ein einzigartiges Gebäude, hauptsächlich afgrund der Außergewöhnlichkeit der in seinem Innern bewahrten Kunstwerke: Im Tempelinnern befinden sich prunkvolle Dekorationen mit Mosaiken und ausgearbeitetem figurativ-verzierendem Stuck, sowohl in geschickt raffiniertem aulischem Stil ausgeführte Fresken, die ihn zu einem der prächtigsten und beeindruckendsten heute noch besuchbaren Gebäuden aus dem 8. Jhd. machen.

Das Oratorium von Santa Maria in Valle ist das bekannteste und am besten konservierte Monument der späten Ära der Langobarden.

Es wurde vielleicht auf, in der langobardischen Gastaldaga vorhandenen Grundmauern direkt hinter der Apsis der Kirche von San Giovanni errichtet. Es diente im Laufe der zweiten Hälfte des 8. Jhd. als Hofkapelle des Königshofes von Cividale und wurde dann zum Oratorium der Mönche.

Ganz besonders raffiniert ist dessen Architektur: Der Hauptraum ist rechteckig und mit einem hohen Tonnengewölbe versehen, das von Nischen mit Bögen struktirert wird. Im Osten öffnet sich dieses in einen tiferliegenden, geradlinigen Altarraum, mit einem dreigeteilten Gewölbe, das auf Marmorstürzen ruht, die sich auf Schenkel und Säulen stützen. Eine Einfriedung aus Marmor, die aus einer Kirche aus der byzantinischen Ära stammt, trennt das Schiff vom Altarraum. Auf den Wänden des Altarraums befinden sich Reste von dekorativen Elementen con außergewöhnlichem Wert.

Die Stuckarbeiten, die die höherliegenden Teile des Schiffs und die Bögen der Nischen verzierten sind im Okzident einzigartig. Bewahrt werden hier eine Prozession von Heiligen und Märtyrern in Lebendgröße und ein Bogen mit einer Weinrebe der den Eingang krönt.
Von großer Qualität und Eleganz sind auch die Fresken der Heiligen , der Madonna mit Kind und Christus unterwirft die Erzengel die auf die Lünetten und Wände des Schiffs gemalt sind.

Marmorplatten bedeckten ursprünglich den unteren Teil der Mauern, über denen sich im westlichen Teil des Gebäudes eine Inschrift befand, die die hohe Qualität der Arbeit bezeugt. Der Altarraum war im oberen Bereich der Mauern reich mit Mosaiken aus goldenen Mosaiksteinen verziert. Die drei- und sechseckigen Marmorfliesen, die geometrische Figuren darstellen, vervollständigen die reichen Ornamente dieses Juwels der spätlangobardischen Kunst.

Die Architektur und die Verzierungen des Tempels von Cividale sind vergleichbar mit den eindrucksvollsten Bespielen der Kunsfertigkeit im Mittelmeerraum, mit ausdrücklichen Verweisen auf die frühchristliche und byzantinische Vergangenheit.
Sie sind das Werk von Künstlern mit einer raffinierten Kunstsprache und Stilistik, die es den ranghöchsten Mitgliedern des langobardischen Reiches erlaubten, eine neue höfische Kunst zu entwickeln.
1893 wurde das Oratorium der Gemeinde Cividale vermacht, die es der Öffentlichkeit zugänglich machte
Weitere Informationen
Tel: + 39 0432 700867
E-Mail: info@tempiettolongobardo.it
Klicken um den Rest zu zeigen

Cividale Longobarda: Patrimonio Unesco

room
Adresse
Cividale del Friuli (UD)
info
Beschreibung
Dal 25 giugno 2011 il sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” è iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
Per l’Italia si tratta del 46° sito iscritto nella celebre Lista.

La decisione è stata presa durante la 35a sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale riunita a Parigi dal 19 al 29 giugno 2011

Il sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” è frutto di una candidatura di rete che ha avuto in Cividale la propria capofila.

Il 25 giugno la notizia è arrivata da Parigi alle 22.14 ed ha subito fatto il giro del Friuli Venezia Giulia.
Nella capitale francese il Sindaco di Cividale del Friuli Stefano Balloch e il suo predecessore Attilio Vuga avevano atteso per ore con ansia il verdetto del comitato del Patrimonio Mondiale.
Poi finalmente l'esultazione alla conferma che il sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)" è nella lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO
e con esso le più significative testimonianze della Cividale longobarda: la Gastaldaga con il Tempietto Longobardo e i resti del Complesso Episcopale (il complesso cultuale e il palazzo patriarcale), rinnovato da Callisto, i cui resti sono esposti e conservati presso il Museo Cristiano e Tesoro del Duomo e il Museo Archeologico Nazionale.

La candidatura “I Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568-774 d. C.)”, progetto sfociato dalla prima candidatura del 2008, riguarda, oltre a Cividale, una rete che comprende altri sei siti distribuiti sull’intero territorio della penisola:
- il Monastero di Santa Giulia con la chiesa di San Salvatore a Brescia;
- la chiesa di Santa Maria foris portas con il castrum e la torre di Torba a Castelseprio e Gornate Olona (Va);
- il Tempietto di Campello sul Clitunno (PG);
- la basilica di San Salvatore a Spoleto (PG);
- la chiesa di Santa Sofia a Benevento;
- il santuario micaelico di San Michele sul Gargano.

Questi siti sono stati scelti poiché sono quelli dove, unitamente a Cividale, meglio si sono conservate le testimonianze monumentali dei Longobardi.
Klicken um den Rest zu zeigen

Cividale Longobarda: Storia della candidatura

room
Adresse
Cividale del Friuli (UD)
info
Beschreibung
Una candidatura innovativa

Nel 1996 Cividale del Friuli propose al Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) la candidatura al Patrimonio dell’Umanità del “Tempietto Longobardo”. La richiesta rimase in stand-by.
Nel 2003 l’Amministrazione Comunale di Cividale rivalutò il progetto di candidatura.
Dopo altri due anni, i primi contatti avviati tra le città “Iongobarde” di Cividale e di Brescia suggerirono la iniziale prospettiva di dar vita a un inedito sistema turistico integrato a “rete” (“Corridoio geoculturale”) per unire i luoghi di matrice longobarda dalla Scandinavia al Mar Jonio e creare, in chiave culturale e turistico-economica, una “Regione virtuale europea”.
Dopo ulteriori approfondimenti di concerto con le Soprintendenze regionali e con il supporto di un apposito Comitato inter-istituzionale l’Amministrazione Comunale di Cividale, quale capofila nazionale, presentò al MiBAC la proposta di candidatura riguardante i siti più significativi della Langobardia Maior (Cividale, Brescia e Castelseprio- Gornate Olona). La proposta fu accolta e inserita nella rinnovata “Tentative List” assieme a una quarantina di altri siti aspiranti. A metà del 2006 lo stesso Ministero prese la decisione di dare priorità alla candidatura “seriale” longobarda: una risposta innovativa all’UNESCO che proprio allora stava elaborando le nuove regole di ammissione per i beni “seriali”.
Negli ultimi mesi del 2007, su istanza del MiBAC, la “serie” venne infine ampliata a 4 luoghi dell’Italia centro-meridionale (Spoleto, Campello sul Clitunno, Benevento, Monte Sant’Angelo): un intenso lavoro concluso nel gennaio 2008 con il deposito della candidatura ufficiale all’UNESCO di Parigi.
Si trattò – e tuttora si tratta – della candidatura più complessa e innovativa mai presentata nella storia dell’UNESCO, articolata in due documenti-base: Dossier Scientifico e Piano di Gestione. Quest’ultimo ha la natura di strumento di programmazione strategica, reso obbligatorio dall’UNESCO e recepito nella normativa italiana nel 2006 con la Legge n. 77. Il PdG comprende 5 sotto-Piani: Conoscenza; Protezione e Conservazione; Valorizzazione; Sensibilizzazione e Promozione; Sviluppo Socio-Economico: quest’ultimo è il vero aspetto innovativo, concepito in ottica di sistema per promuovere lo sviluppo socio-economico dei singoli Territori, rilanciandone le migliori qualità. E per dare avvio alla costruzione di un Grande Itinerario Europeo (il “Corridoio geoculturale”): una ulteriore e stimolante prospettiva di sviluppo culturale e turistico-economico.

La candidatura del 2010

Su proposta esclusiva dei Governi nazionali aderenti, ogni anno l’UNESCO accetta, per ciascun Paese, una sola candidatura di carattere artistico-monumentale e una naturalistica per le quali si propone l’iscrizione nella World Heritage List (WHL). Un elenco di massimo prestigio che oggi è ormai prossimo all’obiettivo massimo che l’UNESCO sta identificando in “quota1000”: soltanto mille siti riconosciuti in tutto il mondo quali Patrimonio dell’Umanità.
Nel gennaio 2008 l’Italia presentò la candidatura “Italia Langobardorum - Centri di potere e di culto / 568-774 d.C.”. Una candidatura tecnicamente definita “seriale” (o “a rete”). Nella proposta, infatti, erano (e sono) associati a Cividale, capofila nazionale, altri luoghi ove si conservano beni artistico-monumentali “unici e eccezionali” della civiltà longobarda: Brescia, Castelseprio e Gornate Olona (Varese), Spoleto, Campello sul Clitunno (Perugia), Benevento, Monte Sant’Angelo (Foggia).
Nel corso del 2009 la candidatura è stata esaminata dall’ICOMOS, ente ispettivo incaricato dall’UNESCO, che – apprezzando la scelta di porre in luce le eccellenze della civiltà longobarda – ha formulato suggerimenti migliorativi della documentazione scientifica e della perimetrazione di alcune aree tutelabili (Brescia, Spoleto, Campello e Benevento).
L’invito è stato accolto dai proponenti e arricchito con approfondimenti del Dossier scientifico, in particolare per quanto riguarda la storiografia europea e la miglior definizione dei criteri di selezione della “serie” di beni candidati.
È utile ricordare che nessuna osservazione è stata formulata sulla struttura della candidatura relativa a Cividale del Friuli che, quindi, risulta perfetta secondo i parametri dell’UNESCO.
Lo scorso gennaio il Governo italiano, confermando il livello assoluto della candidatura, l’ha riproposta all’Ufficio del Patrimonio Mondiale di Parigi con il nuovo titolo: “I Longobardi in Italia. Centri del potere (568-774 d.C.)”, mantenendo come “logo” la intestazione “Italia Langobardorum”.
Documentazione ufficiale depositata a mani dell’allora Sindaco di Cividale, Attilio Vuga, quale primo proponente. Accanto al Dossier è stato sottoposto all’UNESCO l’aggiornamento del Piano di Gestione (PdG).
Klicken um den Rest zu zeigen